Con il rancore e la paura non c’è futuro

A bloccare l’Italia c’è una crisi economica, ma anche sociale. Conad, in collaborazione con Censis, ha promosso un progetto con l’intento di indagare i costi da pagare se la società restasse intrappolata nella paura e nel rancore.

Le crisi economiche del decennio precedente stanno portato in modo sempre più evidente l’Italia verso un futuro di paura e rancore. La perdita di speranza e di aspettative nel futuro, la crescente diseguaglianza sociale unita alla paura di un progressivo impoverimento e hanno generato una società frammentata, debole, chiusa, regressiva. Una società del rancore che ha rinunciato a consumi e investimenti.

Questo è lo scenario dipinto dal Censis nella ricerca «Miti del rancore, miti per la crescita: verso un immaginario collettivo per lo sviluppo», punto di partenza di un progetto congiunto tra Censis e Conad per comprendere le cause del malessere sociale dell’Italia odierna, che parte dal 51° Rapporto sulla situazione sociale del Paese/2017.

Ricerca, comunicazione e confronto sui temi del vivere sociale aperto a tutti gli attori del vivere sociale – cittadini, politica, istituzioni e imprese – per favorire l’avvio di una riflessione comune capace di stimolare una nuova spinta propulsiva a costruire il futuro di ciascuno e del Paese.

Le attività del progetto prevedono di portare la riflessione sui questi contenuti nei luoghi più significativi del Paese, con una intensa campagna di comunicazione dando visibilità a tre roadshow territoriali (uno al Nord, uno al Centro e uno al Sud) con il coinvolgimento di stakeholder, esperti, referenti istituzionali.

Al termine del progetto, Censis e Conad daranno vita a un ultimo evento con la presentazione di quello che risulterà essere l’immaginario collettivo contemporaneo degli italiani.

Un’Italia astiosa
Malanimo, fastidio per gli altri, soprattutto se diversi, e tante paure: ecco l’immaginario collettivo degli italiani oggi, in cui ogni sfida è percepita come una minaccia, mai come una opportunità”  è l’opinione di Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis.

Impegno sociale di Conad
Abbiamo sviluppato questo progetto con il Censis perché siamo interessati ad approfondire la relazione che si instaura tra le persone, tra loro e le comunità di cui sono parte integrante, e che inevitabilmente hanno un impatto sui consumi” sono le parole di Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad. “La vera sfida è conoscere a fondo territori e comunità; è saper costruire una relazione a misura dei bisogni della persona, abbandonando la cultura del rancore e la paura che ostacolano la ripresa del Paese per passare a una società con rinnovate aspirazioni e capacità di crescere.