Sa di grasso!

Non più quattro, ma sei! Questo è il numero dei sapori che le nostre papille gustative sono in grado di individuare. A dolce, salato, amaro e aspro, si aggiungono il saporito e il grasso.

Il sesto recettore gustativo sulla nostra lingua, capace di riconoscere il sapore del grasso, lo ha individuato un recentissimo studio della Washington University School of Medicine.

Non ci siamo ancora abituati all’idea che oltre i canonici quattro sapori fondamentali (dolce, salato, amaro e aspro) ne esiste anche un quinto, l’Umami, che già la ricerca scientifica ne individua un sesto.

Umami, in giapponese significa”saporito”, indica il sapore di glutammato ed è particolarmente presente in cibi come la carne, il formaggio e più in generale in alimenti ricchi di proteine.

Ora dagli Stati Uniti ci arriva voce che è stato individuato un recettore nelle papille gustative della lingua capace di riconoscere le molecole di grasso. I primi studi sembrano dimostrare che l’efficienza di queste papille non è uguale per tutti ma che può variare da persona a persona. E questo spiegherebbe il diverso approccio che si ha verso i cibi ipercalorici e del perché per alcuni non se ne ha mai abbastanza, contribuendo in questo modo all’aumento di peso.

Anche il regime dietetico seguito pare possa influenzare la nostra “voglia” di cibo grasso ed è proprio in questa direzione che oggi si stanno rivolgendo gli studiosi: capire se influenzando la capacità di percepire il gusto “grasso” si può contrastare l’obesità.