La rivoluzione verde parte degli orti in città

L’orto urbano più famoso è sicuramente quello impiantato da Michelle Obama nei giardini della Casa Bianca. Ma il fenomeno dell’autoproduzione di ortaggi è una moda che si sta espandendo molto velocemente soprattutto fra la gente comune intrappolata nella vita cittadina.
Nel mondo l’agricoltura urbana coinvolge 800 milioni di persone (dato delle Nazioni Unite), e in Italia, paese che sembrava aver soffocato le proprie radici contadine, sono stati censiti oltre 10 milioni di orti.

Che sia un deterrente contro la crisi, o una buona pratica per affrontare il cambiamento climatico poco importa: gli urban garden sono diventati un motore di socialità che ha già dato vita a una community – Growtheplanet.com – con già oltre 5 mila iscritti.
L’iscrizione al sito è gratuita e non è necessario avere grandi spazi da dedicare.
C’è chi coltiva solo erbe aromatiche, chi aggiunge insalate, pomodori o fragole. Tutte piante che possono crescere anche in piccoli spazi, Bacsac sul tetto grazie ai nuovi contenitori studiati appositamente come le bacsac, vasi “morbidi” realizzati in geotessile di varie dimensioni o in strutture verticali home made create seguendo le indicazioni di contenitore verticale in pallet riciclato by Fern Richardson Fern Richardson realizzati con i pallets.

Growtheplanet mette in contatto le persone che condividono la passione per orticoltura, e, grazie alla georeferenziazione, permette di sapere qual è l’orto più vicino a casa per scambiarsi ortaggi o sapere. Oltre alla sezione “impara” per scoprire tutti i trucchi del mestiere, il cuore del progetto il canale “coltiva” con un tutor fa e-learnig e fornisce i tempi della semina e della raccolta geolocalizzati, zona per zona. C’è poi la sezione dedicata al baratto, per smaltire la produzione in eccesso.
Un bel progetto, insomma, per partecipare alla rivoluzione verde!