Siamo entrati nell’era in cui il mercato è diventato una cosa sola con la nostra individualità, in cui l’impulso personale è immediatamente soddisfatto da Apple o da Netflix, da una carta di credito o da una app. La manifestazione della libertà, scrive Paul Roberts, s’è concretizzata in «una società plasmata dai nostri impulsi».
Pessimo, a suo avviso, perché «un’economia riorientata a darci quello che vogliamo, si scopre, non è la migliore per fornirci ciò di cui abbiamo bisogno».
La Società dell’impulso, una istantanea che racconta l’America alla rincorsa della gratificazione immediata ed effimere. Ma noi siamo così diversi?